Giulia Travaglini Giulia Travaglini

SHINING è la parola chiave!

Ma chi sono gli stilisti del gioiello? A cosa si ispirano, come interagiscono con il mondo della moda?

Così come per un’opera d’arte, chi disegna e progetta un gioiello coglie l’ispirazione dalla natura, da scene di vita quotidiana, viaggi ma anche piccole cose che intercetta con il talento di osservatore che ogni artista possiede.

Ph: Roby Schirer

Si è appena conclusa la Milano Jewelry Week, la settimana del gioiello.

Un legame inscindibile lega la moda ai gioielli, proprio perché come i capi d’abbigliamento, anche questi fanno parte del fashion world e vestono, completano un outfit e disegnano la personalità di chi li indossa.

Forme particolari, colori stravaganti, ma anche tanta eleganza caratterizzata da luce, luminosità ed estro.

È come se lo scopo di ogni gioiello fosse quello di brillare e far brillare, così la parola chiave che viene spontaneo collegare è shining, brillare.

Proprio perché ogni gioiello accende e fa splendere un outfit e quindi una persona, mostrandone un pò la sua anima.

Sono molto legata ai gioielli e agli accessori in genere, amo dare ai miei outfit tocchi di luce.

Hanno una forza espressiva notevole, possono rivoluzionare l’immagine, completarla ma anche stravolgerla.

Ph: Carlo Orsi

Amo in particolare le collane, gli orecchini, gli anelli a volte così tanto da sentire quasi un legame d’affetto, una coperta di Linus.
Ho sempre con me tre anelli speciali che la mia mamma mi ha donato e cosí mi piace pensare che un pezzo di lei sia sempre con me!

Tornando al connubio moda & gioielli:
si potrebbe mai prescindere da un gioiello o da un accessorio? Non mi è mai capitato di vedere modelle sfilare senza gioielli o accessori preziosi, nel senso di accessorio che impreziosisce.

Così analizzando le ultime fashion week e quindi le ultime sfilate, emergono delle vere e proprie tendenze anche nel mondo degli accessori e dei gioielli.

Così, emerge la moda dei choker, collane molto particolari che si adattano alle linee del collo.
Restando sempre in tema di collane, ne abbiamo viste tante, sottili indossate tutte insieme.
Moltissime le spille e i gioielli che brillano tra i capelli. Orecchini grandi e colorati, bralette gioiello e persino colletti che sono delle vere e proprie opere d’arte!

Ma chi sono gli stilisti del gioiello? A cosa si ispirano, come interagiscono con il mondo della moda?
Così come per un’opera d’arte, chi disegna e progetta un gioiello coglie l’ispirazione dalla natura, da scene di vita quotidiana, viaggi ma anche piccole cose che intercetta con il talento di osservatore che ogni artista possiede.
Ho la fortuna di conoscere ed essere molto legata ad una pittrice e stilista di gioielli vera e qui vi parlerò di lei, della sua storia, del suo talento cristallino.
Sto parlando di Pia Mariani, cugina omonima della mia mamma.
Pia, nasce ad Ururi, un piccolo paese in Molise, e successivamente si trasferisce a Milano dove proprio lì, nella città della moda muove i suoi primi passi prima di spiccare il volo.
Frequenta l’Accademia di Brera e subito dopo inizia a stringere contatti con artigiani e orafi per dar vita alle sue creazioni.

Ph: Roby Schirer

Si, perché nel frattempo Pia non ha mai smesso di disegnare e far nascere i suoi gioielli ispirata da tutto ciò che la circondava.

Il taccuino e la matita non mancano mai nella sua borsa, pronti a cogliere i particolari e gli stimoli che possono diventare germoglio di un nuovo progetto.

Uno tra i suoi primi e più evocativi gioielli è Il Mappamondo: un mondo che ha la particolarità e il fascino di trasformarsi, cambiando semplicemente la pietra che è al suo interno, quindi variando colore e illuminandosi con pietre diverse.
La nascita di questo gioiello viene proprio dall’auspicio di un mondo multicolore, che si apre al futuro, più umano e privo di pregiudizi. Pia ha provato ad immaginare un mondo che potesse alla fine inserirsi in uno spazio personale e che quindi potesse essere portato sempre con sè.
Nel Mappamondo i Continenti sono realizzati in oro, la linea dell’Equatore offre la possibilità di inserire pietre diverse: Continenti ed Equatore sono la struttura di questo mondo, scrigno di sfumature e innumerevoli personalità.
Così gli oceani assumono vari colori, dall’acquamarina, all’ambra, al lapislazzulo, al cristallo di Rocca fino al turchese.
Un gioiello attualissimo anzi, non è affatto un azzardo dire che è un gioiello eterno.
Dal Mappamondo un po’ tutto il resto, e quindi l’universo prezioso di Pia Mariani, ha preso il volo.

Non posso non parlare di Sherazade, elegante, dal fascino orientale. In questo gioiello, leggerezza ed armonia sono un connubio perfetto.

Poi Gabriel, una stella a cinque punte che prende vita e si trasforma in un angelo che vola.

Le opere di Pia sono tante e tutte degne di essere citate!
La Regina e poi Totem, il bracciale Le Mille e una Notte che adoro particolarmente.
E ancora Change in cui per la prima volta Pia dipinge oro su oro. Pennellate e passaggi cromatici che rappresentano gli elementi della natura: acqua, terra e cielo.
Da Change nasce Il Gioiello della Pace, che ci ricorda, ora più che mai, come i valori dell’armonia tra i popoli siano così lontani dall’essere raggiunti, purtroppo.
Poi la collezione Farfalle dedicata ai colori, alla rinascita e alla trasformazione.
Hanno tutte un nome: Aurora, Gioia, Astrid, Bella, Luna, Flora ed Eden volano libere e armoniose sui cieli di Milano, del Molise, dell’Italia, del Mondo.
Gli abbracci così attuali ed Il Magico Soffione, Five, La Mosca Aurora che prende il nome dal suo paese di nascita e tanti altri che sarebbe lunghissimo descriverli tutti.

Così in occasione della Milano Jewelry Week , Pia Mariani ha aperto le porte del suo bellissimo Atelier ed ha partecipato all’evento The Fab in cui ha preso parte alla sezione acqua presentando due gioielli iconici, Sirene e The Shell.

Entrambi elementi marini, Sirene di Pia sono tre e appaiono in posizioni diverse. Così eleganti, raffinate, distinte le osserviamo sedute su una perla, una in particolare posizione meditativa che ricorda un po’ la posizione che si assume quando si fa yoga, e poi l’altra, la terza, giocoliera tra diverse perle.

Che dire di The Shell, meravigliosa!

E’ un gioiello magico, che illumina chi lo indossa.

Nasce da un’ispirazione che Pia ha avuto nel pieno di un suo viaggio di lavoro.
La storia di The Shell è bellissima.
Pia cosa ti ha ispirato da portarti a creare The Shell?

Ph. Alessandra Pezzotta

In quel periodo ponevo molta attenzione ai particolari che la natura offre.
La natura è il più grande poeta.

In un viaggio, al mare, avvenne un incontro speciale. Proprio il generoso mare mi ha donato una conchiglia, levigata dal sale, dal sole, dalla sabbia.
La notai subito, colpita dai suoi colori e dalla sua luce, la presi in mano e mi si materializzò la forma di un orecchino. L’appoggiai al mio orecchio e notai che le dolci linee di quella conchiglia seguivano esatteamente quelle del lobo.  Così, nacquero per prima gli orecchini e successivamente un anello.

The Shell è un gioiello che ha stimolato molto Pia così da diventare parte fondamentale delle sue collezioni.

Pia com’è nata la tua passione per il disegno e quando hai capito che fare la stilista di gioielli era la tua strada?

Disegnare per me è quasi terapeutico, un modo di esprimermi e comunicare . È stata sempre una grande passione. È il primo segno da cui poi nasce un elemento nuovo.

Quando ho un’idea mi ci perdo e cerco di trovare la via attraverso i tratti della matita.

Da ragazza Pia era una modella e nei backstage delle sfilate spesso si ritrovava a disegnare.
Così lì venne in qualche modo scoperta tanto che Luciano Soprani le affidò i disegni dei manifesti di moda.

C’è stato un momento che mi ha fatto scattare la molla.

Era il 1980, un giorno, a Bassano del Grappa da Balestra rimasi affascinata dall’oro, dalle immense colate e dalle persone che erano lì, così eleganti tutte vestite in bianco. Quell’immagine è impressa e fissa nella mia mente.

Qual’è Pia, il gioiello a cui sei legata tra i tantissimi che hai ideato?

La mia storia d’amore più grande è con Il Mappamondo con tutte le sue sfumature. Lui è stato il primo, ciò da cui è nato tutto.

In un viaggio in Giappone lo pensai e proprio lì l’ho aperto pubblicamente per la prima volta. Le persone che lo hanno visto ed ammirato mi hanno stimolata a trovare e provare le diverse opzioni che corrispondono in qualche modo a diversi stati d’animo.

Nella valigia di Pia certo non può mai mancare Il suo Mappamondo da cui tutto si è mosso.

Ma anche Five, mi accompagna e mi ha accompagnata molto in questi ultimi anni.

Per Five l’ispirazione è stata una semplice corda, un elemento strano, quasi plastico.
Il suo preferito è quello in oro rosa con diamanti naturali rosa.

Indossando le mie creazioni ho un misto di fierezza, gioia, soddisfazione. Felicità!

Che cosa particolare è la magia che si materializza nel suo Atelier quando Pia si perde nei suoi disegni e nelle sue idee!

Pia come nasce un gioiello?

E’ un processo creativo variegato. All’ispirazione segue il disegno al quale di conseguenza seguono studi cromatici.

Ciò che Pia ricerca sempre nei suoi gioielli e nella sua vita è l’armonia.

Ph. Alessandra Pezzotta

L’Armonia è figlia dell’Equilibrio che fa brillare il proprio mondo e quello degli altri.
E quindi, mai smettere di brillare!!

Ph: Vogue Runway, Roby Schirer, Carlo Orsi, Alessandra Pezzotta.

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Giulia Travaglini Giulia Travaglini

God save Venice!

E poi tanti altri giri, l’orto di Venezia a Sant’Erasmo, l’Isola di San Francesco del deserto, poi la Giudecca, Murano e l’incredibile Arsenale di Venezia che occupa un terzo della città!

E a proposito, vi ricordate chi ha sfilato lo scorso anno proprio lì portando in passerella una collezione magica? Ovviamente Valentino! Che gran location, che gran bel posto!

Quanto un luogo può essere fonte di ispirazione?

Venezia, credo sia il posto per eccellenza!

Sono bastati pochi giorni per farmi innamorare di questa città, della sua grande laguna, del suo silenzio, del ritmo, dei paesaggi con quei dettagli sorprendenti.

Così lenta, calda, anche accogliente, Venezia è la città ideale per chi ama essere in continua ricerca di stimoli ed ispirazioni.

Parlo di Venezia, ma mi riferisco anche alla laguna in generale e a tutte le sue isole, ovviamente.

Una su tutte, Burano: un’esplosione di colori, allegria e storia.

Beh sapete perché le case in quel borgo sono tutte così colorate?

I pescatori, dalle loro barche al largo, avevano bisogno di avere dei chiari punti di riferimento delle loro abitazioni, in cui lasciavano per diverso tempo le loro famiglie.

Così,  un modo semplice, estetico e divertente era quello di pitturare la loro casa di un colore proprio e diverso da quello degli altri, non i soliti toni banali, ma colori accesi, vivi, che oggi raccontano di un borgo in cui la lavorazione del merletto è tipica e diffusissima.

Così, nulla avviene per caso!

Ho avuto modo di parlare con alcuni abitanti di quel luogo magico. Sono tutti così fieri e innamorati del loro posto felice e incontaminato da odio e cattiverie.

Sono così poche le persone che vivono in quell’isola che non possono che conoscersi tutti ed essere uniti più che mai.

In questo viaggio a Venezia, persona fondamentale è stato Pier, la nostra guida ma più di tutto amico speciale, che ci ha guidato e onorato della sua presenza per tutto il giorno, navigando per i canali e in laguna con la sua barca restaurata arrivata da Procida.

Ho la pelle salata come tutti i veneziani

Chiudere gli occhi ed ascoltare il suono della natura in mare aperto, credo sia la terapia più efficace e impagabile che esista. Osservare le specie della fauna e della flora autoctone della laguna è stato meraviglioso, così come osservare il volo libero degli innumerevoli gabbiani che seguivano la rotta della barca alla ricerca di cibo!

E poi può capitare che, a pancia in giù, con le gambe incrociate e lo sguardo attento all’orizzonte, tutto d’un tratto vieni rapita da un airone o da una cicogna (dobbiamo ancora capirlo ;-) )

Rimango meravigliata, cerco di scattare una foto, ma forse è troppo tardi, ci siamo allontanati troppo.

Però, quel ricordo, quell’immagine sono indelebili nel cuore!

E i profumi… incredibili, incantevoli.

Il profumo del mare, del sale e dei panni stesi che si mischiava alla vegetazione creava delle note davvero particolari.

Poi Pier spegne il piccolo motore e vieni catturato dai suoni, dai versi degli uccelli e dalle innumerevoli sfumature di azzurro del mare.

Un pesce salta, il gabbiano lo avvista e cerca di prenderlo.

Le meduse, marroni, bianche, viola danzano tranquille in quelle acque che appaiono così ricche di vita.

E beh, come sono belle, particolari e di grande ispirazione.

Quello stile marinaro, fatto di semplicità, suoni, colori e…. I cappellini meravigliosi di Silvia! Silvia, compagna di Pier, grande persona con una grande visione del mondo e della vita, è l’essenziale in quel mondo lì.

E poi tanti altri giri, l’orto di Venezia a Sant’Erasmo, l’Isola di San Francesco del deserto, poi la Giudecca, Murano e l’incredibile Arsenale di Venezia che occupa un terzo della città!

E a proposito, vi ricordate chi ha sfilato lo scorso anno proprio lì portando in passerella una collezione magica? Ovviamente Valentino! Che gran location, che gran bel posto!

Al tramonto, con i riflessi caldi dei raggi del sole che si riflettono sulle gondole, ci godiamo i canali di Venezia.

Sono rimasta affascinata dalle gondole, dai colori, dalle barche e dai sorrisi che i gondolieri e i veneziani ci hanno regalato.

Pier lo avevo incontrato la sera prima in un posto magico, incredibile, dove avremo l’onore di avere il nostro Tratturello.

Parlo dell’Osteria da Carla, a San Marco.

L’osteria è gestita da Carlo e la sua famiglia ma qui c’è Fosca, la chef, che crea magie incredibili!

Fosca! Come posso non parlarvi di lei!

Ex designer di Armani, che Venezia ha ispirato prima nel mondo della moda e ora in cucina, tanto che tutti i suoi piatti nascono prima da un suo disegno che incredibilmente riesce a riprodurre nel piatto con colori e forme: ogni volta un’opera d’arte.

E che sapori, equilibrio, delicatezza!

Così, come nella moda, anche in cucina il primo passo è l’idea, un disegno, un bozzetto dal quale, successivamente prende forma un capo o un piatto.

Questo fa Fosca.

Non si limita a creare con gli ingredienti, ma studia il piatto giocando con le sue idee, con le sue ispirazioni, con i colori che ha in mente, con il mood che vuole rappresentare, con il messaggio che vuole trasmettere.

Che bello! Che meraviglia!

Acquistare un capo che ha dietro una sua storia, una sua vita che viene raccontata, colpisce sempre nel segno.

Come i piatti di Fosca.

Che bello quando arte, moda, cucina, tutte le arti si fondono!

È tutto più speciale!

Grazie Fosca!

Ma rimanendo in tema di persone interessanti in un posto speciale, vi ho parlato di Pier al quale mi è sfuggito di chiedergli una cosa importante, ma lo farò ora!! (Pier, ma la tua fantastica barca che nome ha?), vi ho accennato di Silvia, sua compagna, educatrice di vita e grande creativa e creatrice dei suoi famosi cappellini all’ uncinetto.

Silvia è la classica persona con la quale non puoi che andare d’accordo e non può che catturare l’attenzione dei bambini e dei ragazzi (che la adorano).

Una visione della vita e del mondo fantastica la sua! Classica persona con la quale staresti ore ed ore a parlare senza stancarti mai!

Infine, sospiro e penso che Venezia mi ha fatto scattare davvero qualcosa di speciale.

Venezia mi manca già anche se sono preoccupata.

Pier mi ha trasmesso l’ansia e la paura di una città troppo fragile, quasi abbandonata al suo destino, sfruttata ma non curata.

Mi manca già, mi manca essere ispirata da quel mondo a parte lento, unico e meraviglioso.

GOD SAVE VENICE!

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Giulia Travaglini Giulia Travaglini

ETROPÍA. Il disordine virtuoso di Etro?

Ancora una volta MFW!

La Milano Fashion Week è alle porte e così non mancano alcuni spoiler delle collezioni.

Etro, brand che seguo e di cui amo lo stile e l’originalità, anche quest’anno, come sempre peraltro, credo che ci stupirà!

È finalmente stata svelata ETROPÍA,  la prima collezione presentata sotto la direzione creativa di Marco De Vincenzo.


I social, Instagram  in particolare, sono stati inondati di scatti, immagini essenziali alle quali non si può rimanere indifferenti.

Etro ha parlato di ETROPÍA sui suoi social dicendo che racconterà realtà, utopia e immaginazione.

E poi aggiunge: è un viaggio dove la moda gioca un ruolo guida nella ricerca dell'individualità, attingendo all'interazione tra corpo e colore senza ricorrere ad alcun capo.

Analizzando il termine ETROPÍA, mi chiedo cosa possa significare? A cosa si ispira? ETRO vorrà forse comunicare un mix di sensazioni ed emozioni che confondono? Che spiazzano?

Make up colorati, eccessivi, strass, sfumature, toni accesi, particolari pettinature, disegni e accessori grandi.

A questo punto, la curiosità è alle stelle!

Che idea vi siete fatti?

Parliamone insieme!



Photo: Etro

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